PROVERBI E DETTI SICILIANI


La presente raccolta vuole essere un omaggio alla cultura della Sicilia dei nostri antenati. Proverbi e modi di dire che erano tramandati da bocca in bocca. Parti integranti del linguaggio abituale dove, oltre ad assolvere il compito di sentenze, erano anche consigli, esperienza di vita, discorsi sottintesi,intermediazione tra il simbolo e la letteratura. Conoscenze che, grazie alla documentazione di alcuni studiosi di tradizioni popolari, possono essere oggi fruite, anche se con qualche difficoltà poiché alcune parole non sono più in uso e, talvolta, non è agevole cogliere il senso di proverbi e modi di dire che si riferiscono a una civiltà agro pastorale basata su mezzi e metodi di lavoro desueti, ed anche a condizioni di vita lontane da quelle odierne. Proverbi e modi di dire documentati da eruditi studiosi nelle diverse province siciliane, dal 1600 ai nostri giorni. Molti sono frutto di ricerche su campo svolte dagli autori o dai loro corrispondenti, altri di studio come quelli che derivano dalla Bibbia ed anche quelli elaborati in canti e poesie. Molti adagi si trovano a conclusione di strofa di un componimento poetico o di una canzone, come quelle, solo per citarne alcune, contenute nella Raccolta di proverbij siciliani in ottava rima di Antonio Veneziano (1543-1593), pubblicate postume nel 628. Così come in Canzoni morali sopra i motti siciliani composte da Paolo Catania, nel 1652. Di particolare interesse sono gli inserimenti di proverbi e modi di dire nelle dispute poetiche tra Pretu Fudduni e altri autori del tempo come il Cieco di Spaccaforno. Il secolo successivo vedrà inserimenti di proverbi nel poemetto La Fata Galante del 1762 ed anche nelle Favole Morali, che videro la luce pubblicate per la prima volta nel 1814, inserite nel volume Poesie Siciliane, entrambe di Giovanni Meli. Qualche anno dopo, nel 1824, sarà pubblicata la Raccolta di Proverbi siciliani ridutti in canzoni, dell’abate Santo Rapisarda. [...] nel 1846, Vincenzo Scarcella sul significato dei proverbi, nella lettera di presentazione della sua raccolta, scrive: «è un catechismo popolare; è un morale archivio di tradizionali sentenze; è un volume di regole per la vita domestica, agraria, cittadina; mira a purgare i costumi, moderare le passioni, insinuare aborrimento per il vizio».L’etnoantropologo Giuseppe Pitrè, tra il 1870 e il 1913, pubblica in quattro volumi la raccolta Proverbi siciliani. Detta raccolta contiene tredicimila proverbi, [...] Insigni vocabolaristi, fin dal XVIII secolo, hanno inserito nei loro vocabolari proverbi e detti [...], tradotti in italiano. [...] nel 1751, [...] il primo volume del Dizionario siciliano italiano latino del Padre Michele Del Bono della Compagnia di Gesù, [...] . L’abate Michele Pasqualino pubblica nel 1785 il primo tomo del suo Vocabolario siciliano etimologico, italiano e latino, [...] Nell’Ottocento i proverbi troveranno sempre maggiore ospitalità nei dizionari. [...]. Chiudono la raccolta due autori deceduti da pochi anni: Salvatore Galvano e Santi Correnti.

Sara Favarò